10 – La poule au pot

 

 19 novembre 1600 – 19 novembre 2024

 

 

Cari Consoci,

nella giornata di domani, 19 novembre, la cucina del Circolo proporrà, nell’ambito dei normali menù della colazione e del pranzo, sia in sala soci sia in foresteria, la decima ricetta legata a una ricorrenza storica: la Poule au pot, su cui trovate, a seguire, qualche notizia.

 

Il 19 novembre 1600, in occasione del solenne ingresso ad Avignone della futura regina di Francia, Maria de Medici, la cittadinanza festante conferì a Enrico IV l’appellativo di “Hercule Gaulois”, alludendo alla leggenda che ricollegava fantasiosamente l’origine della casa di Navarra addirittura a Ercole, secondo quella consuetudine rinascimentale, di certo cara alla sposa fiorentina, di ricercare a ogni costo agganci nell’antichità classica, senza timore di scadere nel ridicolo.

 

Se, tuttavia, l’estetica tardorinascimentale transalpina, che giungeva a raffigurarlo ammantato della pelle del leone di Nemea, languidamente appoggiato su una clava tenuta in guisa di bastoncino da passeggio, il volto sornione incorniciato d’alloro, complice la dubbia efficacia del pennello di 

Toussaint Dubrueil, rende faticoso guardare al primo dei Borboni di Francia come a una figura storica di rilievo assoluto,  resta il fatto che Enrico IV sia stato un monarca di estrema efficacia e, chiudendo la fase più virulenta della guerre di religione, abbia gettato le fondamenta della Francia moderna, aprendo la via verso quella grandeur che sarebbe culminata nel lungo e glorioso regno del nipote, Luigi XIV, e che avrebbe condotto alla nascita di tutti gli apparati statali contemporanei.

 

Neppure il fatto che questi risultati siano stati raggiunti grazie a un livello di spregiudicatezza che si poneva in stridente contrasto con l’iconografia ufficiale (un esempio: il solo aspetto davvero erculeo del sistema con cui la lega cattolica-Idra di Lerna, calpestata dall’Enrico-semidio del dipinto di Dubrueil, ebbe a essere soggiogata nel mondo reale, fu la misura delle somme spese per corromperne i capi), poi, diminuisce la statura di un personaggio che rivendicò sempre apertamente i propri metodi (“Paris vaut bien un Messe”) e pagò caro il suo pragmatismo, cadendo sotto il pugnale di un Cattolico troppo miope per comprendere che la Realpolitk della sua vittima avrebbe assicurato la Francia alla Chiesa di Roma fino alla rivoluzione.

 

Sebbene la sua disinvoltura teologica facesse di Enrico IV un traditore per tutti i Protestanti e un usurpatore per molti Cattolici, comunque, nessuno può dubitare della sua sincera preoccupazione per il benessere materiale del suo popolo, che sembra lo abbia condotto a istituire una delle grandi consuetudini unificatrici della nazione francese, il pollo della domenica, pronunciando di fronte a Carlo Emanuele I di Savoia queste solenni parole: “Si Dieu me donne encore de la vie, je ferai qu’il n’y a pas de laboureur en mon royaume qui n’ait moyen d’avoir une poule dans son pot”.

Cordiali saluti,

 

IL DIRETTORE ALLA CUCINA

Romualdo Richichi